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Alimentazione, Fabbisogno energetico, Nutrienti

L'animale anziano e le proteine.


mercoledì 10 novembre 2021


L'animale anziano e le proteine

Fino a qualche anno fa quando si parlava dell'alimentazione di un animale anziano, il primo passo a cui si pensava era quello di ridurre la quota proteica della sua razione per minimizzare o prevenire uno stato di progressiva insufficienza renale. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che questa scelta non solo non ha un fondamento scientifico ma può, in alcuni casi, addirittura risultare dannosa

La maggior parte degli esperti concorda nel definire l'invecchiamento come "un complesso processo biologico che porta alla progressiva riduzione delle capacità di un individuo di mantenere l'omeostasi davanti a stress fisiologici o ambientali, diminuendone la vitalità e aumentandone la vulnerabilità alle malattie".

Questa definizione fa capire che l'anzianità, di per sé, non deve essere considerata una malattia.

Tuttavia, portando un soggetto ad essere più vulnerabile, questa fase della vita deve essere strettamente monitorata con l'obbiettivo di mantenere il più a lungo possibile un buono stato di salute.

La scelta di una corretta alimentazione rientra, sicuramente, tra le strategie da attuare per aiutare un animale anziano a mantenere un buono stato fisico, mentale e sociale, e deve essere decisa considerando le condizioni del singolo soggetto.

Di conseguenza, anche la scelta della percentuale proteica della dieta deve essere attentamente valutata in base alle condizioni cliniche del paziente, tenendo sempre in considerazione le modifiche che subisce il metabolismo di un animale anziano.

In generale, in un soggetto che avanza con l'età, si ha una riduzione della massa magra, associata ad un incremento della massa grassa, che si traduce in una riduzione delle riserve proteiche normalmente utilizzabili dall'organismo durante le reazioni allo stress e alle malattie.

La mobilitazione delle proteine corporee è una risposta fisiologica allo stress ed essendo gli animali più anziani maggiormente esposti a malattie e stress fisiologici, diventa evidente quanto sia fondamentale preservare le sue riserve proteiche.

Inoltre, è stato evidenziato come con l'anzianità il bilancio azotato aumenti a causa dell'aumento del turnover proteico, della loro maggior escrezione e la sintesi proteica subisca un progressivo declino.

Alcuni studi recenti hanno dimostrato che, per consentire ad un cane anziano il turnover proteico, sia necessario che almeno il 25% delle calorie somministrate provenga dalle proteine e come questi animali necessitino del 50% in più di proteine rispetto ai soggetti giovani per mantenere il bilancio azotato.

In base a queste osservazioni diventa palese quanto sia sconsigliato ridurre la quota proteica della razione di un animale anziano sano e che, addirittura, l'apporto proteico nella dieta dovrebbe, in alcuni soggetti, essere aumentato.

Purtroppo, non esistono ad oggi delle indicazioni specifiche e univoche sulla percentuale proteica che dovrebbe contenere un alimento per animali anziani e anche FEDIAF, nelle sue linee guida, non offre valori minimi specifici per questa fase della vita ma come riferimento vengono suggeriti quelli per animali adulti.

Il libro "Small Animal Clinical Nutrition", pubblicato nel 2010, suggerisce come valore proteico ideale per una dieta per cani anziani il 15-23% su sostanza secca mentre per il gatto il 30-45% sempre su sostanza secca.

Tuttavia, considerando che FEDIAF suggerisce come valore minimo di proteine su sostanza secca il 21%, per un cane in cui viene utilizzata per il calcolo del fabbisogno energetico la formula 95x(kg)0,75 (ossia quella suggerita per i cani anziani), ci si rende conto come il valore 15-23% sia da considerare praticamente una restrizione proteica.

Di conseguenza, prima di utilizzare questi valori nei piani nutrizionali di un animale anziano il medico veterinario nutrizionista dovrebbe valutare con attenzione lo stato fisiologico del soggetto, la sua massa magra, il suo BCS e MCS e l'eventuale presenza di patologie che effettivamente suggeriscono la necessità di una restrizione proteica (come l'insufficienza renale cronica in stato avanzato o le epatopatie gravi).

Case, infatti, suggerisce che per il supporto della massa magra di un cane geriatrico, dovrebbe essere fornita una dieta contenente almeno il 24% di proteine.

Un altro suggerimento viene fornito da Churcill che indica come linea guida generale, per la stima del fabbisogno proteico giornaliero di un cane, 2,55 grammi per chilo di peso corporeo, specificando però che in un soggetto anziano questo valore potrebbe dover essere aumentato fino al 50% in più per ridurre al minimo la perdita di massa magra.

Aggiunge, inoltre, che un cibo con almeno il 25% delle calorie provenienti da proteine di elevata qualità potrebbe bastare per soddisfare le esigenze della maggior parte dei cani anziani.

Un'altra considerazione che andrebbe fatta è che un cane anziano ha un fabbisogno calorico minore rispetto ad un animale adulto e, di conseguenza, per poter soddisfare i suoi fabbisogni proteici l'alimento scelto dovrebbe contenere, in proporzione, un più alto rapporto proteine/calorie.

Quando poi si tratta di preparare un piano nutrizionale per gatti anziani, ancor di più, bisognerebbe evitare una restrizione proteica, se non necessaria, essendo noto come questi felini abbiano un particolare ed elevato fabbisogno proteico essenziale a supportare il turnover proteico e la gluconeogenesi.

Senza dimenticare che in alcuni gatti anziani, a differenza che nei cani, è stata evidenziata una riduzione della capacità digestiva delle proteine con conseguente aumento della perdita della massa magra.

Tutti gli autori, invece, concordano su un altro aspetto: la qualità delle proteine.

Essa è fondamentale, soprattutto in animali anziani.

La fonte proteica da scegliere in un piano nutrizionale per animali anziani deve avere un elevato valore biologico e un'elevata digeribilità che si traduce nel preferire fonti proteiche di origine animale prediligendo, nel caso delle carni, tagli magri, a ridotto contenuto di tessuto fibroso e connettivo.

BIBLIOGRAFIA:
- G. Biagi, B. Chiofalo, M.I. Cutrignelli, A. De Angelis, E. Fusi, G. Meineri, L. Prola, R. Ricci, M. Sandri. Nutrizione e alimentazione del cane e del gatto. Edagricole 2021
- Case, L. P., Daristotle, L., Hayek, M. G., & Raasch, M. F. (2010). Canine and Feline Nutrition: A Resource for Companion Animal Professionals. Chapter 25
- Julie A. Churchill. The Fountain of Age: Feeding Strategies for Senior Pets. Companion animal nutrition summit | may 3-5, 2018 | charleston, south carolina
- Delaney SJ & Fascetti AJ.  Applied Veterinary Clinical Nutrition, 2012. Chapter 7
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010.  Chapters 14, 21.


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